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"Gli chiesi perchè voleva spararmi e lui continuava ad inseguirmi": i retroscena dell’agguato scattato a Gela

Cronaca

"Gli chiesi perchè voleva spararmi e lui continuava ad inseguirmi": i retroscena dell’agguato scattato a Gela

A distanza di due anni da un agguato scattato a Borgo Manfria, svolta nelle indagini

Donata Calabrese

01 Luglio 2023 12:43

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"Gli chiesi perchè mi voleva sparare e lui senza dire niente mi inseguiva perchè voleva colpirmi". E' uno dei particolari che emerge dal racconto del bracciante agricolo che il 3 luglio di due anni fa, rimase vittima di un tentato omicidio. "Mi hanno teso un'imboscata" disse l'uomo mentre era ricoverato all'ospedale Sant'Elia di Caltanissetta dopo essere stato raggiunto da un proiettile  ad un fianco e alla spalla. A sparare con un fucile una sua vecchia conoscenza mentre il suo complice sparava con una pistola. I carabinieri trovarono a terra undici bossoli. L'agguato si verificò a Borgo Manfria, vicino l'Aias. La vittima poi trovò rifugio presso l'abitazione di due rumeni. Uno di loro chiese immediatamente l'intervento dei carabinieri. Sono solo alcuni particolari che emergono dall'indagine condotta da carabinieri del Reparto Territoriale di Gela che hanno fatto luce su un tentato omicidio e sgominato un giro legato al racket della paglia. Eseguite cinque misure di custodia cautelare nell'ambito di un'indagine coordinata dalla Procura di Gela. In due sono finiti in carcere, uno ai domiciliari, mentre per altri due indagati è scattato l'obbligo di dimora. A finire in carcere Orazio e Giuseppe Pisano rispettivamente di 63 e 38 anni.

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Arresti domiciliari invece per Gerlando Salamone, 71 anni. In particolare, gli indagati si sarebbero dedicati, con vari compiti e ruoli, al racket per il controllo del business della raccolta della paglia sui territori di borgo Manfria e contrada Mangiova, a Gela. Sarebbe scattato proprio in questo contesto agro-pastorale, il tentativo di omicidio del 3 luglio 2021 nelle campagne di contrada Borgo Manfria, nei confronti di un bracciante agricolo che si era opposto agli atti intimidatori commessi per impedirgli di lavorare in quelle zone. L'uomo, a causa delle gravi ferite riportate, venne trasportato all'ospedale Sant'Elia di Caltanissetta.

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Il bracciante tentò di fuggire ma dopo un primo colpo andato a vuoto, venne raggiunto al fianco sinistro da un ulteriore colpo mentre stava scavalcando una rete metallica. L'indagine è stata condotta passando al vaglio le immagini di un sistema di videosorveglianza ma anche con intercettazioni telefoniche e ambientali. Un agguato maturato per il controllo dei terreni adibiti a pascolo e all'imballaggio della paglia. Agli indagati viene contestato anche un episodio estorsivo, culminato con il danneggiamento seguito dall'incendio di un caseificio. Le indagini hanno fatto luce sul mandante e su uno degli esecutori materiali del tentato omicidio, nonché su coloro che avrebbero rubato l'auto utilizzata per commetterlo, sui responsabili di una serie di estorsioni.

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Nel corso delle indagini è stato sequestrato un arsenale di munizioni di vario calibro nascosto in un terreno nei pressi di un distributore di carburante sulla statale 117 bis. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, e in concorso tra loro, per tentato omicidio aggravato dalla premeditazione, detenzione di armi da fuoco e munizioni, tentata estorsione, furto aggravato, ricettazione e danneggiamento seguito da incendio di un'attività commerciale.

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